Musica: Gianni Nocenzi
Tutto cominciò qualche tempo fa nei dintorni di Roma, quando un giovanissimo Gianni con il fratello maggiore Vittorio “inventano” il Banco del Mutuo Soccorso a Marino ai Castelli Romani. Presero presto la strada per Milano dove si presentarono alla Ricordi (allora si era nei primi anni 70 e la storica casa discografica era un punto di riferimento per la musica italiana). Fin dal primo ascolto dei provini del loro primo disco fu evidente che si trattava di uno stile e una qualità musicale mai sentita prima da un gruppo rock. Nasceva così il "Salvadanaio" e anche il progressive rock italiano.
Il successo fu immediato e ben presto il BMS attirò l’attenzione di case discografiche internazionali che vedevano nella loro originalissima formula di fusione di melodie operistiche, classica e rock le aperture per un successo oltre confine. Venne quindi loro offerto un contratto con la nascente Manticore records, fondata da Emerson, Lake and Palmer che ribattezzò la band in un sintetico: “Banco”.
Seguirono mesi di tournées internazionali marcate dal grande interesse che suscitava la loro musica e la grande abilità interpretativa. Queste frenetiche attività non impedirono mai a Gianni di proseguire i suoi studi di piano e composizione presso il conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Egli continuò inoltre la sua costante ricerca verso la “contaminazione” dello stilema rock con la classicità del piano acustico, riuscendo a creare un suo stile personale segnalato da riviste italiane e straniere (Melody Maker, Billboard, Rock & Folk).
Il gruppo continuò con successo la sua carriera consolidando di disco in disco la sua “firma” nel mondo musicale. Malgrado ciò nel 1985 dopo tredici albums e centinaia di concerti Gianni decide di lasciare il Banco: “Sentivo di aver completato un ciclo estremamente intenso e coinvolgente. Volevo concentrarmi su me stesso e soprattutto dedicarmi maggiormente allo studio e alla ricerca.”
Con grande coerenza con i suoi propositi Gianni negli anni seguenti sviluppa sempre più il suo interesse nei confronti delle nuove tecnologie per fare musica che lo porta a collaborare con la giapponese Akai Professional, leader nel settore delle nuove tecnologie digitali. Nei primi anni 90 Nocenzi diventa “master designer” dell’avanzatissima linea di pianoforti digitali PG Akai che diventa presto un successo mondiale.
Tutte queste esperienze stimolano in Gianni la volontà e il “bisogno” di far conoscere al pubblico la sintesi del suo lavoro. Nel 1988 firma un contratto come artista solista con Virgin records che pubblica nello stesso anno il suo primo disco “Empusa”, un nuovo multiforme progetto composito ispirato dalle sue profonde ricerche musicali.
Il disco viene acclamato dalla critica e la rivista Sound on Sound lo definisce: “ La migliore registrazione stereofonica da ‘The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd’.”
Nell’anno seguente Gianni viene premiato alla 45a Mostra del Cinema di Venezia con l’Osella d’Argento per la miglior colonna sonora originale per il film “Un señor muy viejo con unas alas enormes” tratto da una novella di Gabriel Garcia Màrquez e diretto dall’argentino Fernando Birri.
Segue nel 1993 la pubblicazione del suo secondo album per Virgin records: “Soft Songs”, un lavoro molto diverso da “Empusa”, scritto e pensato per un mercato internazionale, con composizioni attraverso le quali Gianni rinnova la forma-canzone: “La mia idea iniziale era di far rivivere attraverso la memoria piccole e delicate soft emozioni.” Tra gli ospiti-protagonisti troviamo artisti di diversi stili e origini come il prestigioso autore e compositore giapponese Ryuchi Sakamoto e il sassofonista Norihito Sumitomo.
Con Sakamoto (tastiere, percussioni, programming) Gianni interpreta la lunga suite che chiude l’album. Sumitomo partecipa in vari momenti contribuendo con il suo strumento elettronico EWI a creare particolari atmosfere. Con “Soft Songs” Gianni riesce a creare uno stile che attraversa varie culture e generi musicali unendo simultaneamente linguaggi acustici ed elettronici. Per la parte cantata si avvale di vocalità uniche come quelle di Sarah Jane Morris, Sonny Southon, Andrea Parodi e Tazenda.
Nella seconda parte degli anni 90 Gianni è invitato ad animare diversi seminari universitari principalmente sul tema: “Il pianoforte e le nuove tecnologie”.
Inoltre il suo rapporto di lunga data di amicizia e collaborazione con il regista Fernando Birri portò tra l’altro alla realizzazione della colonna sonora per un lungometraggio su Che Guevara, commissionato a Birri dalla televisione tedesca MDR. Il film venne presentato nel 1997 al Festival Internazionale di Lipsia in occasione del trentesimo anniversario della morte di Guevara e premiato con il “Golden Dove Award”.
Alla fine del 2015 Gianni Nocenzi viene chiamato da Luigi Mantovani, amico di lunga data, produttore di vari dischi del Banco negli anni 80 e poi direttore di Virgin Italy negli anni 90, che gli propone un nuovo progetto discografico. Chiede a Gianni di comporre nuovi temi per pianoforte che avrebbe dovuto interpretare e registrare “live” con uno Steinway Grand Piano.
Questa proposta coglie Gianni di sorpresa dato che, dopo due decenni di silenzio discografico, non aveva in mente alcun progetto di questo tipo. In ogni modo promise di pensarci e dopo un breve periodo di assuefazione all’idea del suo ritorno in studio di registrazione decide di accettare la proposta-sfida.
Tutto poi si è svolto in maniera rapida e naturale, Gianni ha registrato sei nuovi brani in due brucianti sessions a febbraio 2016 al Forward Studios (Roma). Il risultato è il disco “Miniature” realizzato con nuove tecniche che offrono inedite prospettive di ascolto forzando i limiti di questo magnifico bastimento di legno, ghisa e acciaio con tasti bianchi e neri chiamato pianoforte.
Malgrado la sua vasta esperienza e conoscenza del suono digitale l’artista considera il piano acustico come “il mio strumento, quello con cui ho una relazione profonda che va ben oltre la ragione e la tecnica”.
"Perpetuum mobile"
Milano centro primi anni '70 "interno giorno" Quel giorno rientrando in ufficio presso la Ricordi di Via Berchet, passando dall’androne fui investito da un marasma sonoro potentissimo che proveniva dal sottoscala del palazzo. A quei tempi la Ricordi, azienda leader nella discografia disponeva di un piccolo studio di registrazione nel sottosuolo della sua sede milanese. Incuriosito discesi la stretta rampa di scale e mi trovai di fronte ad un gruppo di persone scapigliate, scarmigliate che avevano evidentemente bisogno di rinnovare il loro guardaroba. Il tecnico stava passando un nastro di loro registrazioni e quello che ne usciva era qualcosa che non avevo mai sentito prima: un tornado violento di note che si rincorrevano, si scavalcavano e facevano a pugni tra loro alla ricerca dell’equilibrio dei tempi dispari. Su questo magma incandescente planava una voce d’angelo caduto con sfumature d’oro e di fango appartenente a un orco gentile di nome Francesco. Era come prendere parte ad un’orgia musicale sfrenata ma allo stesso tempo sapientemente organizzata, beh per quanto si possa "organizzare" un’orgia! Mi rivolsi a loro e chiesi: ma chi siete? E mi dissero con un lieve accento per nulla padano di essere un nuovo gruppo di Marino e dintorni dall’improbabile nome di "Banco del Mutuo Soccorso".
Senza che nessuno di noi lo sapesse in quel momento nasceva il "Progressive Sound"” e loro erano destinati a diventare i campioni di questo nuovo genere a livello internazionale. Nasceva anche una solida amicizia decennale con i "ragazzi" del Banco.
Ariccia e Francia interni/esterni vari fine anno 2015 Dopo diversi anni e molte vite decidiamo con Gianni di registrare alcune sue recenti composizioni per pianoforte. La cosa sembrerebbe ovvia ma non lo è affatto dato che le sue uscite discografiche in solo (Empusa e Soft Songs) erano acute e complesse ricerche nell’elettronica e nella scrittura contemporanea. Mi piaceva l’idea di sentirlo alle prese con l’essenziale, con la purezza ineguagliabile del suono meccanico del pianoforte. Volevo dare forma e evidenza al suo tocco sempre ispirato ed emozionale. Il risultato è a portata di orecchio per voi che state leggendo queste righe.
Luigi Mantovani, "has been" della discografia internazionale, scrittore e gallerista.
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